giovedì 31 ottobre 2013

Ecco cos'è



Bagnarsi

Ecco cos'è

Il penetrarsi , confondersi

Dei due corpi

Il contorcersi del desiderio

la saliva

Il fondersi nel calore

della bella e la bestia

Ecco cos'è

Rivendicare i silenzi

Gli estranei si palpano l' anima

Si annusano, si stupiscono

Ecco cos'è
Il male è lontano

a fare i suoi soliti garbugli

Ecco cos'è

Innalzare una bandiera con la pelle del cobra

che cambia colore

Ecco cos'è

Tornare, procedere insieme, tornare

Sapere che la luna è bianca

di batuffoli

o il prato è un prodigio

dell' amore

Ecco cos'è

                                    Carmen Yanez


giovedì 24 ottobre 2013

ABITATA DI MEMORIA

Sono colei che si ostina a portare una collana di
lucciole al collo
perché la notte illumini nella mia stanza di fiammelle
blu e discrete
una millesima parte del braciere del fuoco e del mistero.

Sono colei che si ostina
a toccare i sensi del duro
avvantaggiandomi dell’inoppugnabile.

Con me camminano
queste donne che io sono
queste donne di carne e sangue
che sopportano
i vuoti del tedio
i pomeriggi delle domeniche in città
l’incessante ticchettio
delle gocce che cadono quando si vuole riposare
insomma,le piccole tristezze.

Queste donne io sono
la sveglia,la sognatrice,
la tormenta,la tenaglia,
la gatta in calore,
quella che ha perso l’abitudine di bussare
alla porta dell’infanzia,
l’emigrante.

Una delle tante in mezzo alla folla
in cerca dell’angolo sotto il cipresso
o dell’accordo armonico delle onde
per strappare gli straccetti al sole
o parlare da sola coi miei specchi
o spiegare la verità alla luce
Confessare che sono viva
nella ciclica campagna per impedire
il rogo della strega folle.
La pazza che apre il mondo
coi seni al vento e scalza
nel cerchio del circo.

Sono colei che salta sui sassi e sul fango
come la rana che sopravvive
alla sciagura della cattività.

Parola che impasta il pane
parola abitata di memoria
parola meticcia di una presenza
nella terra e nella sassaia.

Questa sono
una fiammella sotto la manica
del vicino cieco.

Carmen Yanez

giovedì 17 ottobre 2013

Dammi la mano


Dammi la mano e danzeremo 

Dammi la mano e mi amerai

come un solo fior saremo

come un solo fiore e niente più.

Lo stesso verso canteremo

allo stesso passo danzerai

Come una spiga onduleremo

come una spiga e niente più.

Ti chiami rosa e io speranza

ma il tuo nome dimenticherai

perchè saremo una danza

sulla collina e niente più.

Gabriela Mistral 

giovedì 3 ottobre 2013

IL MARE


IL MARE

Amica mia, dici,
parlami del mare.

E ti racconto della mia infanzia
che mi insegnò a guardare
la terra come terra,
come cielo il mare.
La valle, la montagna,
erano la realtà.
Il mare l'incertezza
il sogno, l'inquietudine.
E io, tu lo sai bene,
sono rimasta con il mare.
Un giorno vicino al molo
un vecchio pescatore,
tra le mani da bambina
mi mise una conchiglia.
Lo portai all'orecchio, ne riconobbi il suono
e iniziò a diventarmi
fugace il cuore,
come fragile barca
che porta una canzone.
Attraverso le mie vene che partono
da un lontano Simbad,
me ne vado, strano cammino,
a cercare un altro mare
dove un giorno mi vedranno
navigando a caso,
la distanza negli occhi,
il viso contro il vento.
Ancora mi bacia le labbra
il sapore del sale.

Amica mia, dici,
parlami del mare.

MEIRA DELMAR

Traduzione dallo spagnolo di Giulia Spagnesi